Tinder ai tempi dell’Ora o mai più

Eccoli lì, affacciati alla finestra.
Entrambi in piedi sul divano, le zampette puntate sul davanzale, le code che scodinzolano all’unisono, perfettamente sincronizzate, mentre lui scende dall’auto del mio ex suocero e li chiama.
Apro la porta ed è qui, di fronte a me, gonfio di sensi di colpa si abbandona alle feste dei piccoli con le lacrime agli occhi, mentre mi punta in un gesto consueto quanto falso, che mi stranisce.
Non riesco ad abbracciarlo, ma nemmeno a difendermi dalle sue braccia, dalla sua voce, dal suo odore.

È tutto così familiarmente estraneo, sembra ieri, ma oggi, fatalità, è un anno da quel telefono attaccato.
In mezzo c’è stato un dolore acuto, una psicoanalisi faticosa, tanto, tanto lavoro su me stessa e sorrisi fasulli, uscite a bere, discorsi epici, amici, riprese, risate, Tinder, questa rubrica e sigarette fumate a letto con perfetti sconosciuti.

E adesso lo guardo e penso “ma davvero ci tenevo così tanto a tenermi quest’uomo?”.

Preparo il caffè e purtroppo non ho zucchero in cucina.
Lo beve ugualmente mentre disapprova solo con gli occhi, il mio fumare dentro casa mia.

Non gli piace la nuova disposizione dei mobili, non gli piace il caffè amaro, non gli piace il quadro che ho appeso al muro, il sunto della nostra fine e di tutte le frasi fuori luogo che ha pronunciato.

Ringraziasse che non ne ho fatto uno con le sue ricerche Google, lo avrei intitolato: “Buy Cialis online”.

 

Stavolta non ho proprio nulla da dire, so già cosa vuole e gli lascio prendere la sua roba, amabilmente accatastata in sacchi neri condominiali.

Lui carica l’auto e poi rientra in casa, si siede sul divano e comincia a raccontarmi quelle cose che ormai non mi riguardano più.

Povera illusa Norma, ogni volta speri si smentisca ma no, è ufficialmente cretino.

La conferma arriva quando mi confessa la sua apprensione riguardo all’anzianità dei suoi genitori e aggiunge “finché potevo contare su di te non me ne preoccupavo” ma sì…allunghiamo la lista di uscite infelici e stronzate agghiaccianti.

Insiste, vuole andare a pranzo fuori.
Offre lui, ci mancherebbe.
Propone “il tristezza” noto cinese della zona, ma io non ci penso proprio a tornare lì dentro con lui, vederlo ingozzarsi di ravioli al vapore come se fosse una qualsiasi Domenica del nostro matrimonio, perché eravamo poveri e potevamo giusto permetterci il tristezza.

E scelgo di andare a mangiare il pesce, perché a lui non piace. Perché offre lui e perché lui ormai si lascia chiamare Onassis.

Ed eccoci seduti ad un tavolo fuori, c’è il sole che tra poco inonderà la sua schiena mentre io gli sbuffo nicotina in faccia consapevole del fastidio arrecato.

– “Allora? Di cosa mi devi parlare?”- Domando mentre aspetto i miei tagliolini allo scoglio e bevo vino bianco.

– ” Sarai sempre la mia Frida, lo sai vero?”-  

Ci fosse il mio amico Socio ad osservarci direbbe senz’altro: “E anche il Belgio gioca il jolly!”… puntare su i miei personalissimi miti, bravo Onassis! una mossa scorretta che mi aspettavo.

 

– “E tu lo sai che di Diego Rivera c’hai solo la panza, vero?”-    rispondo e ammetto, me l’ero preparata.

Sorride amareggiato, pensa che io non sappia che prevedo ogni sua intenzione grazie alla Santa Cronologia.

Non c’è più niente che possa ferirmi, so già dove andare a parare.

– “Mi manchi”-  dice, fissando i grissini.

– “Del resto dopo un anno ti sei accorto della mia assenza. O forse l’assenza della tua ragazza ti ha fatto ricordare che prima c’ero anche io?”-

– “Non è così, sei sempre stata nei miei pensieri…e mi manca la nostra vita insieme, mi manca questo posto, mi manchi tu”- 

io vengo dopo la vita in campagna e Netflix, fantastico! strano non abbia menzionato i cani, ma credo sia sottinteso.

– “Vorrei ricordarti le orribili cose che mi hai detto tra Novembre e Gennaio, ma non lo farò”-

– “Non lo so neanche io perché ti ho detto quella cosa.”-

Ma non ha nemmeno il coraggio di chiedere scusa, per avermi gridato che io gli stavo rovinando la vita.

Che tenendo in ostaggio un paio di sue chitarre prima dell’udienza di separazione, mi stavo trasformando in una ex moglie stronza e invidiosa e che lui voleva andare a vivere con Jackie, voleva il divorzio da me per sposarla, avere finalmente un figlio.

Finalmente.
Un figlio.

 

– “Sì, lo so. È stata una cattiveria gratuita”-

– “no aspetta, cattiveria gratuita sono io che ancor prima di salutarti ti dico: toh! ma come sei ingrassato!”    …  ” qui non si tratta di banale cattiveria ma di crudeltà, caro il mio Aristotele Onassis”.

 

Lui si avventa sul risotto alla crema di scampi mentre io lascio metà dei tagliolini nel piatto e mi verso un altro bicchiere, è infastidito.

Lui è questo.

Lui quando è in torto cambia discorso, comincia a raccontarmi sciocchezze del suo lavoro, dei suoi colleghi, della sua strampalata famiglia.

Mi chiede informazioni sui vecchi amici, quelli che se lo incontrassero lo investirebbero con la macchina.

E non le ascolta nemmeno, visto che il giorno dopo manderà un messaggio alla Crista per farle le condoglianze per la dipartita del suo cane, morto nel 2015.

Ma solo per curiosità chiedo i motivi per cui Jackie lo ha mollato e udite udite, pare che lei abbia letto una conversazione (amichevole, dice) su Messenger tra lui e una sciacquetta di Torino.
Conversazione in cui lui si manifestava libero dalle catene di un matrimonio, senza menzionare minimamente l’amore e i progetti di vita con la signorina dai traguardi importanti.

Cretino fino al midollo, non gli è bastato farsi sgamare da sua moglie tramite tablet lasciati in bella vista e broccolamenti online, no, ha dovuto ripetere lo stesso errore.

– “E guarda caso, ti ha mollato subito dopo il viaggio in Olanda”-  non vedevo l’ora di sfoderare il mio ghignetto Leosiniano girando il coltello nella piaga.

– ” Eravamo già in crisi, poi durante il viaggio aveva il ciclo e le giravano le palle”-

– “Immagino quanto girassero a te!”-  rido, pensando a quante pillole blu siano andate
sprecate quella settimana di Febbraio in quel di Amsterdam.

– “Norma…perché non rimaniamo così? intendo separati…io non me la sento di divorziare al momento.”- 

-” Diciamo che non te la senti di spendere altre mille euro. Fa come vuoi, non cambia nulla.”-

 

– “Anche, è che ho già tanti di quei problemi!”- … -” Senti…tu lo sai che a breve ci sarà il processo per l’incidente”- annuncia a bruciapelo.

-“E quindi?”-

-“Quindi i querelanti potrebbero mandare il loro avvocato a farti qualche domanda su che tipo di persona sono….”-

-“Di cosa hai paura? Che per vendicarmi io dica qualche bugia o vuoi che dica qualche bugia per pararti il culo? Lo sai che l’alcol test positivo è una prova che basta e avanza.”-

E niente…svelato l’arcano, palesato il secondo fine.
Le moine, i complimenti, Frida e Diego, mi manchi tanto cicci, ma in realtà tutto si traduce in “ti prego non vendicarti dicendo che sono un ubriacone molesto solo perché ti ho cornato con una ventenne e se ti va possiamo tornare insieme così farai da badante a mia madre, del resto sei la mia Frida e anche se  ti ho ferito a morte, non vedo motivi per dover anche divorziare. Dai rimettiti con me, io faccio schifo, la tua vita è uno schifo, facciamo schifo insieme.”

Ma il punto è che la mia vita non è uno schifo. E che con tutto l’odio del mondo sarei pazza a dichiarare che lui mi maltrattava, come sarei pazza a dire che quel giorno non aveva bevuto.

Andrà come andrà, alle domande risponderò con sincerità, sempre se me le faranno.

E ci salutiamo così, davanti a quella che adesso è solo casa mia.

– “Vorrei tornare a trovare i cani”- mi dice.

– “Cerchiamo invece di non vederci più”- rispondo.

– “C’è qualcun altro?” – si azzarda a chiedere…

– “altro? Anche se ci fosse non sarebbe qualcun altro, sarebbe qualcuno e basta.”-

 

E di qualcuno ce ne sono abbastanza nella mia vita, che come richiudo la porta dietro di me, ecco che mando un vocale generico a tutti i miei amici per confermare che sto bene e che l’incontro col mio ex marito è stato sì triste, ma pressoché indolore.
Poi spengo il cellulare, mi sdraio sul letto e fisso il soffitto.

Ho dei fortissimi dolori mestruali e una marana di pensieri confusi… lo scorso weekend, mercoledì in mezzo, flashback che mi tornano alla mente.

Accendo la tv e c’è la replica di Ora o mai più, pseudo talent show targato tv di stato, in cui alcuni cantanti falliti tentano di tornare sulla cresta dell’onda duettando con celebrità del calibro di Orietta Berti. L’apoteosi della tristezza e del trash sconfinante nel casumanismo.

Già il titolo è tutto un programma, il vincitore avrà la possibilità di veder pubblicato il suo cd in tutte le edicole. Le edicole.

Rifletto sulle seconde chances, ed il parallelismo con quanto avvenuto poco prima è d’obbligo…tornare insieme ad Onassis sarebbe come far uscire un disco dal giornalaio.

Preferisco un piano bar vuoto piuttosto che un duetto con Zarrillo in tv.

E poi c’è sempre quel che resta di Tinder, gente a cui ho dato e concedo ancora più di una possibilità, come EtaBeta.

Gente che non ho più voluto incrociare, come Batteriascarica.

Gente che non so ancora se voglio rivedere, come Ted Mosby.

” Chi è costui?” Chiede il pubblico della Callas canta.

Ted Mosby è uno a cui mesi fa avevo messo il like più per curiosità che per altro… pochi chilometri di distanza, coetaneo, faccia pulita.
Il match però sì è aperto solo una settimana fa, ed ecco che mercoledì sera mi sono trovata a cena con lui, a mangiare quel famoso sushi negato da Batteriascarica.

Un paio di birre e altrettanti sake dopo, ecco che parte la colonna sonora di “Lezioni di piano” in sottofondo e lui attacca a parlare delle sue disgrazie lavorative e affettive.
Manca solo il teatro di posa e il caso umano registrato prima dell’esibizione davanti ai giudici del talent.

Ma in compenso c’è la solita ex psicopatica che proprio non può vivere senza di lui, che dovevano sposarsi ma che lei lo ha mollato praticamente all’altare quando ha scoperto che lui chattava con una collega progettandosi la storia extraconiugale ancor prima di metterle la fede.

Dice però che non è vero niente, che è stato un caso, che quella collega, psicopatica anche essa, gli mandasse messaggi su un apposito cellulare comprato per l’occasione che lui un giorno dimenticò inavvertitamente a casa.

E mi pare di averla già vista questa puntata di Alta infedeltà.

E poi si chiede perché la sua ex gli ha bucato le gomme della smart, si è presa un appartamento di fronte al suo e fa sesso alla finestra coi senegalesi che rimorchia fuori dai supermercati.

Tento di rincuorarlo con le mie sfighe ma in confronto a lui mi sento fortunata, del resto ho solo un po’ di confusione per il ghosting a singhiozzo di EtaBeta, che fatalità si rifà vivo dopo sette giorni proprio quella sera con un Whatsapp ad minkiam di un immagine divertente trovata sul web.

Chissà perché ogni volta che sparisce poi si ripresenta con qualche trashata, illudendosi anche che io non le conosca!

Non ho voglia di rispondere, la verità è che comincia a diventare faticoso gestire questo tipo di relazione fatta di distanze e regole non scritte, di parlar d’altro e disimpegno…è come se avessimo paura di conoscerci davvero e di entrarci nelle vite. Ma tre weekend di fila insieme e poi distacco totale mi hanno portata qui, a cena con il tipo mollato prima del matrimonio a cui vorrei solo dire “guarda che ti sei risparmiato una separazione”.

E mi sento un po’ in colpa ma finisco a pomiciare nel parcheggio con questo paraculo la cui disperazione è direttamente proporzionale al grado di eccitazione.

Dopo 20 minuti sono a casa sua e mi sto già rivestendo.
Che non mi ero neanche del tutto spogliata.
Più veloce della luce lui, nemmeno il tempo di toccarlo e  – “scusa, è da tanto che non…”-

– ” fa niente, capita”-

– “ma se aspetti un po’…insomma, possiamo farlo!” –

– “è tardi, devo andare… qual è la finestra della tua ex?”-

Me la indica, serrande abbassate.

Ma secondo me non c’è nessuna ex, secondo me è solo una strategia di rimorchio, solo chi ha visto tutte le stagioni di How I meet your mother può capire, il tipo ha aperto il playbook a caso e mi ha fatto la mossa che porta il suo soprannome: la Ted Mosby (far leva sul caso umano dell’uomo mollato all’altare), ma ci sta.

Alla fine bluffiamo tutti, anche raggiungendo scarsissimi risultati.

Guarda un po’ questi cantanti, in passato sono stati famosi per qualche tempo, un’eiaculazione precoce dello showbiz, e oggi rischiano quel che resta della loro faccia per fare uscire un disco dal giornalaio.

E finisce la Domenica, ho appena rivisto il mio ex marito, Patty Pravo sta cantando “Pazza idea” e io mercoledì sorridevo a lui pensando di stare ancora insieme ad EtaBeta.

E basta un messaggio cretino, un timido ritorno e la seconda chance diventa una settima, ottava, nona…anche se so che non va bene, che qualcosa non quadra, che ambisco all’utopia di un’indipendenza affettiva che va contro la mia natura e che l’unico modo per far passare questo malessere è trovare il coraggio di dire un fottuto no, senza rimpiangerlo, senza aver paura di perdere quello che comunque non ho.

Ma non sarà così facile, forse non sono ancora pronta a mollare, avrò bisogno di sbatterci la testa per capire che farà molto meno male se la decisione la prendo io.

Esco coi cani, imposto la sveglia, cerco qualcosa su Netflix.

-“Vorrei fare una cosa con te, guardare insieme Se mi lasci ti cancello”-  scriveva EtaBeta qualche tempo fa.

E’ uno dei miei film preferiti, da mesi posticipo la ri-visione.

Ma in cuor mio so che non lo vedremo mai insieme, io ed EtaBeta.

E so che oggi sarebbe il giorno perfetto per rivederlo, oggi che le seconde chances sarebbero possibili solo se cancellassi dalla memoria le prime.

Quindi che sia ora.

O mai più.

Play.

 

 

P.S. La Callas canterà di nuovo, come sempre tra due settimane, poi ci rivediamo a Settembre. Grazie mille a tutti voi che seguite con immenso affetto questa rubrica.

Norma Castadiva

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6 commenti su “Tinder ai tempi dell’Ora o mai più

  1. Lucy il said:

    Tuo marito non ha il coraggio di chiedere una seconda occasione, gioca a fare quello che non gliene frega niente se te lo riprendi oppure no, un cretino vero che si permette anche di dire cose che nn stanno ne in cielo ne in terra!!! etabeta mi stava simpatico fino a due puntate fa, oggi ti dico che è un sòla: il ghosting ha sempre della conseguenze e tu fai bene ad incontrare altre persone e a guardarti i film da sola. Non so se darai una seconda occasione a ted mosby ma se somiglia al vero ted mosby io gliela darei…anche perché nn ha potuto esprimere tutto il potenziale 🙂

  2. Aria il said:

    Troppe aspettative… il tuo ex marito non si smentisce inutile sperare di trovare un minimo di intelligenza in quello che dice. Ma fammi capire con Eta Beta come state messi? Perché mi pare di capire che questo fa un po’ come vuole lui è tu non riesci a dirgli di no… fallo. Nn x niente, Ma se è un rapporto libero, che lo sia alla pari!!! Che poi lo so che nn è facile eh, ma l’unica cosa da fare è comportarsi allo stesso modo.

  3. Averó il said:

    Ma vogliamo parlare della tristezza di quella trasmissione? cmq io non so come fai ad andarci pure a pranzo fuori con quel deficiente, ammiro il tuo self control, lasciasse in pace Frida che già è stata scomodata troppo. Etabeta mi puzza di narcisismo, che palle co sto teorema di ferradini. ted…vabbè, succede! Nn ho mai visto il telefilm, ma è sempre meglio uno skizzo veloce di una batteria scarica. Ultima cosa: se mi lasci ti cancello è un film eccezionale ma quel titolo di emme mi ha impedito la visione per anni. Grande Norma, ti si ama sempre di più.

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